vendredi 6 février 2009

Ecrivains de Saint-Nicolas : Pipo Molara





LA MARMELLATA BELGAdi Pippo MolaraIl 21 novembre del 1939 a Valguarnera, Molara Liborio, figlio di Nicolò e Rosaria Arcidiacono provenienti da Niscemi, e Palermo Grazia, figlia di Palermo Giuseppe e Gulisano Giovanna, fanno la classica “fuitina” e, dopo qualche giorno di tira e molla con i parenti che non volevano più vederli, grazie a uno zio che funge da mediatore fanno ritorno a casa sotto lo sguardo severo dei genitori.
Dopo i rituali rimproveri, baci e abbracci per tutti.I due “fuiuti” prendono casa nel palazzo Giordano in via Crispi, 182, ma i tempi sono duri e i due giovani devono sposarsi (seguito logico della "fuitina"). I parenti si danno da fare per i documenti.
Nel frattempo Liborio riceve la chiamata alle armi, ragione di più per affrettare il matrimonio.Come si usava all'epoca, per i "fuiuti" niente altare in chiesa ma sacrestia. Due giorni prima del cosiddetto matrimonio, i “fidanzati”dovevano imparare "i cosi ru Signuri" (le varie preghiere), ma qui sorge un problema: Liborio come tantissimi altri è analfabeta e dunque nell' impossibilità di imparare in così breve tempo tutta quella roba.
Il parroco Arena avverte che se il futuro sposo non impara le preghiere, lui non celebrerà il matrimonio. Liborio arrabbiatissimo risponde "si nan ma voli fari maritari, ncasumai s’a marita vossia". Solo dopo una difficilissima mediazione condotta dai parenti, il parroco accetta di sposarli e cosi alle sette del mattino del 6 marzo del 1940 nella cappella dell’Annunziata della Chiesa Madre (“a Matrici”), Liborio e Grazia diventano finalmente marito e moglie.
Dopo un paio di giorni, il giovane sposo parte per la guerra lasciando la mogliettina in ansia per i pericoli cui va incontro (e ce ne sono tantissimi altri nello stesso caso). Un anno e mezzo più tardi, nell’agosto del 1941, Liborio in licenza ritorna a casa dove è accolto con gioia dai familiari e dalla giovane moglie. Ma il tempo passa veloce e viene il momento di rientrare sotto le armi e ritrovare i pericoli della guerra.
Naturalmente, Grazia si accorge di essere incinta e scrive al marito (che si faceva leggere e scrivere le lettere della e alla moglie da qualche amico di leva) che aspettava un bambino.Il 24 maggio del 1942, nasce un bambino cui, come l'usanza vuole, viene dato il nome del nonno paterno: Nicolò. Grazie a questa nascita, e con un premio di cinquanta lire, Liborio ritorna in licenza per abbracciare, oltre alla moglie, il suo primo figlio.
Ma si sa che quando si è felici il tempo vola e presto giunge il momento del ritorno in treno ad Ivrea dove era di servizio.Avendo un figlio, il desiderio di vederlo era grande e dopo aver attraversato l'Albania e in parte la Grecia a piedi, essendo al culmine della sofferenza si fa ricoverare per attacchi di epilessia.
Un grande attore non avrebbe fatto sicuramente meglio poiché i medici gli credono e lo rispediscono a casa per tre mesi in licenza di convalescenza, ma dopo i primi giorni - i tempi essendo scarsi - si cercò un lavoro per racimolare qualche soldo e accettò tutto: mietere, zappare, eccetera, eccetera....

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